C’è una ragazza, in acqua.

A ben vedere è una donna. E’ arrivata in spiaggia questa mattina presto, da sola.

Ha montato la sua tendina in silenzio, ha srotolato il telo mare. Si è sistemata la borsa frigo all’ombra, ha aperto la sua sdraietta e si è messa a leggere un libro. Un giallo.

C’è una ragazza, in acqua. E’ nuda, forse.

Prima di partire per il mare ha dovuto salutare il suo Amore. -Mi mancherai- le ha detto lui, sulla soglia, abbracciandola stretta e guardandola negli occhi. Lei sa che è vero, si mancheranno, ma sa anche che lui vuole che lei sia felice. Lui non ama il mare, lei ne sente un bisogno totale, fisico, ma anche quando sono lontani in superficie, in profondità le loro radici sono così intrecciate che li mantengono uniti, sempre, a qualsiasi latitudine.

C’è una ragazza, in acqua. Non è nuda, è in topless. Le onde sono alte.

Se riavvolgiamo il nastro di qualche anno la vediamo sulla spiaggia, una giovane mamma. E’ infelice ma non lo sa perchè non ha tempo di chiederselo, pensa a fare il suo ‘dovere’, a lavorare per costruire il futuro dei suoi figli, a mandare avanti la casa, pensa alle mille cose che si ‘devono’ fare, e non a ciò che VUOLE, fare. In molti la sfruttano, si approfittano del suo lavorare a testa bassa. In molti la tradiranno, per invidia, per convenienza, alcuni solo per debolezza.

C’è una ragazza, in acqua. E’ in topless, le onde sono alte, ha i capelli sciolti, neri.

Ad ogni schiaffo di onda si spargono disperdendosi in modo centrifugo, come in un piccolo big bang, un'esplosione di vita.

Se riavvolgiamo il nastro ancora di qualche anno la vediamo sulla spiaggia, un’adolescente.

E’ bellissima ma non lo sa, ha una bandana sulla testa, un costume imbottito, si preoccupa dei capelli crespi, delle te**e piccole, della magrezza estrema, le sembra che intorno tutte siano più belle di lei, più formose, più interessanti, e con capelli meravigliosi.

C’è una ragazza, in acqua. E’ in topless, le onde sono alte, cavalloni.

Ha i capelli sciolti, sta cercando il punto di rottura dell’onda, ora per farsi colpire dallo scroscio e dalla spuma frizzante del mare, ora per mettersi vicino e ‘prendere’ l’onda.

Se riavvolgiamo il nastro fino alla sua infanzia la vediamo in spiaggia, una bambina.

E’ con la sua prozia, classe 1923. E’ in mare, indossa dei braccioli metà arancioni e metà trasparenti, con dei pesci disegnati dentro. La zia entra in acqua per pochi minuti, con una cuffia fiorata di plastica, e fa una nuotata con uno stile tutto suo, la testa girata di tre quarti e le mani che fanno piccoli gesti come a scavare nell’acqua, sembra un simpatico cagnolino che procede di lato. La bambina realizza che la zia non potrà mai insegnarle a nuotare, non veramente, almeno. Ma lei vuole imparare ed è testarda, tignosa, si sfila un bracciolo e se lo lancia da sola davanti al corpo, cercando di raggiungerlo nuotando. Poco per volta si toglie anche il secondo bracciolo e lancia il primo sempre più avanti, sempre più lontano, con costanza.

Giorno dopo giorno impara a nuotare così, da sola.

A prendere le onde invece glielo insegna sua madre, la giovane donna anni settanta che le raggiunge ogni weekend. “E’ questione di tempismo, le spiega: devi essere nel punto esatto in cui l’onda può rompersi ma non si è ancora rotta, avere il coraggio di aspettare fino all’ultimo e quando senti la sabbia risucchiarti i piedi, devi darti lo slancio. In questo modo l’onda ti porterà con sè sulla cresta, fino a riva”.

C’è una ragazza, in acqua. E’ in topless, le onde sono alte, cavalloni. Il sole splende.

Si sta godendo il mare, non ha paura. E’ arrivata da sola oggi, perché ne aveva voglia. Se ne frega delle te**e piccole, dei capelli crespi. Sta bene con se stessa. Merito anche del suo Amore, o forse lui, quell’uomo meraviglioso, lo ha trovato proprio perché si è data il permesso di amarsi e di essere amata, di autorizzarsi le cose belle.

Prende il telefono che ha messo in una custodia impermeabile, ed inizia a scattarsi delle foto.

Un ragazzo la guarda, dalla riva.

Forse si sta chiedendo chi sia quella vecchia rincogl**nita con le te**e al vento che si fa i selfie mentre le onde la stanno certamente per travolgere, o forse sta ammirando quella ragazza che si gode un momento di natura, gioia e libertà e vuole fermarlo in uno scatto, per renderlo eterno.

In ogni caso a lei non importa di ciò che pensa uno sconosciuto, non la riguarda più.

Il giudizio è solo un riflesso della mentalità negli occhi di chi guarda.

Se invece a te importa ancora, di quel giudizio, se sei oppressa dai ‘devo’, se non riesci ad autorizzarti i ‘voglio’, prova a toglierti solo un bracciolo, sorella mia, e a lanciartelo un po’ più in là.

Prendere l’onda è questione di tempismo e allenamento, lo so è faticoso ma vedrai che meraviglia, quando sarai sulla breccia.

C’è una ragazza, in acqua.

Oggi è il suo compleanno, 45 anni.

E non potrebbe essere più felice di così.